Intervista: Francesca Romana Cordella, italiana a Vienna

di Marina Nardon

Francesca Romana Cordella, italiana a Vienna, adopted austrian

Ahoi! Quando sei sbarcata a Vienna e come mai?

Servus! Sono sbarcata a Vienna nell’estate del 2009 dopo aver terminato gli studi in Italia. A Vienna ho iniziato a lavorare come tirocinante Leonardo e ci sono arrivata un po’ per caso. Volevo fare un’altra esperienza all’estero e sono capitata qui. Sono passata da una città di mare a una con un fiume. Sono diversi i motivi per i quali sono rimasta qui, anche l’elemento “acqua” ha giocato un ruolo importante per sentirmi a mio agio nella capitale asburgica.

Attualmente in che mari stai navigando?

Al momento lavoro in un’enoteca di vini italiani come segretaria commerciale addetta alle pubbliche relazioni.
Nel tempo libero cerco di viaggiare, cominciando da giri lungo il Danubio, o appena posso, in città di mare. Mi piace leggere, scrivere, passare i fine settimana lontana dalla città e a contatto con la natura. Mi piace passeggiare per vigneti.

Cosa porti in valigia imbarcandoti per l’Italia?

Sarà una “deformazione professionale” ma da blogger, con la passione per il food & wine, non posso non portare con me un prodotto tipico della tradizione viennese. Se però state pensando alla Sacher, devo deludervi. Acquisto sempre svariati tipi di wafer della Manner da distribuire ad amici e parenti.

Cosa troviamo nel tuo bagaglio quando sbarchi a Vienna?

C’è una sola cosa che per anni ho portato con me dalla Puglia, la mia regione d’origine. Mai portato su le classiche valige piene di cibo e provviste, ma solo un prodotto, che arriva direttamente dal Salento, e che mi accompagna dai tempi dell’università. Dall’inizio della mia vita di “italiana all’estero” bevo esclusivamente caffè Quarta.

Uno stereotipo sull’Italia che hai notato vivendo in Austria?

Negli ultimi anni è capitato spesso di sentirmi dire “Come parli il tedesco, sei altoatesina?”. Credo che ci sia uno stereotipo diffuso secondo il quale gli italiani parlano male in tedesco, o un forte accento facilmente riconoscibile. Nel mio caso devo sempre specificare che non vengo dal Südtirol, ma dal Süditalien. Non appena il mio interlocutore sa che sono del sud, la domanda successiva potrebbe essere (già successo) se ho mai avuto problemi con la mafia, se è pericoloso fare le vacanze in Puglia e cose del genere.

Ed uno stereotipo sull’Austria che hai notato in Italia?

Credo che in Italia non si faccia  nessuna differenza tra Austria e Germania. Per gli italiani che non sono mai stati in Austria, qui si parla tedesco, quindi gli austriaci sono “tedeschi” nel modo di fare (e di parlare), Vienna è la città di Sissi, in Austria si mangiano solo Würstel e Kartoffeln. Diciamo, che per quel che mi riguarda c’è troppa confusione tra Germania e Austria.

Quando diciamo “ItalWienerIn” a chi pensi?

Annalisa Oppedisano di “Torte di nuvole”

Dove possiamo seguirti?

Sul mio blog dedicato al vino, a Vienna e ai viaggi.

Grazie Marine per il tuo racconto e buon vento!

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